Il ''Cirano di Bergerac'': scheda di approfondimento

La collezione del giornale comprende settanta numeri, usctti settimanalmente dal 30 marzo 1902, n. 1, anno I, al 14 ottobre 1905, n. 25, anno IV. A questi si aggiungono due numeri straordinari, datati 14 ottobre 1905 e 8 febbraio 1909. Le collezioni sono due, una delle quali reca la dedica autografa di uno dei redattori, forse direttore stesso, non è stato possibile accertarlo: Piero Curti. E’ datata: Reggio E. 12 aprile 1915. Il testo della dedica è il seguente: “Alla Biblioteca Municipale di Reggio E., perché resti duratura ed utile memoria del compianto indimenticabile amico "Cirano di Bergerac", offre Piero Curti”.
Il giornale, a destra, nella testata, conteneva questi versi: “Astronomo filosofo eccellente / musica spadaccino rimatore / nel cielo viaggiatore / amante non per sè - molto eloquente / gran maestro di tic-tac / [ ... ] Cirano / ercole Saviniano / signor di Bergerac / che in vita sua fu tutto / e non fu niente”.
Era stampato dalla tipografia Calderini. Dal 3 ottobre 1903 lo pubblicava la tipografia degli Artigianelli, sita in Via S. Caterina, 12. Usciva ogni domenica.
Una copia costava cent. 10. Non si accettavano abbonamenti. Formavano un numero quattro pagine, divise in quattro colonne. Il formato del giornale era di cm. 43 x 32. Mutò dal n. 14, anno I: cm. 48 x 35.
Era gerente del “Cirano di Bergerac” Giuseppe Brini. Prese il suo posto Remo Scaltriti, dal n. 16 del III anno di pubblicazione.
Nel n. 1, anno I, si legge l’articolo di presentazione: Il codice di Cirano: “Fino ad oggi c’era un Cirano solo, quello di Rostand, eccone un altro ... il nostro. Essi andranno d’accordo. Già hanno molti punti di contatto, cominciando dal naso. Perché anche il nostro Cirano avrà buon naso, saprà scegliere con gusto gli argomenti da trattare, e dirà ogni cosa con garbo [. .. ]. Non si chiede a Cirano quali siano i suoi colori politici. Egli, come tutti i poeti, è un po’ originale e porta l’arma del pensiero dove più trova diletto. Non può servire alcuna parte, perché egli non è soldato di ventura [. .. ]. Là dove potrà cadere un colpo di spada, e dire un "bon mot". ivi sarà Cirano”.
Il giornale conteneva articoli di satira politica, molte poesie, caricature, vignette, di cui molte a colori. La quarta pagina era occupata soltanto da inserzioni pubblicitarie. Gli articoli sono firmati solo da pseudonimi.
 
Da: Laura Trentini, I giornali reggiani dal 1836 al 1915, Reggio Emilia, Poligrafici, S.p.a., 1971, pp. 174– 175.